Roberto Iabichella Opere1

Ho iniziato questa ricerca quando ero studente presso l’Accademia di belle arti a Bologna nel corso di Pittura e Mario Nanni era il titolare di quella cattedra. Era il 1980.
Mi interessa l'arte astratta e la sensualità del colore.
Ho usato principalmente la luce nera della “lampada di Wood”, i colori fluorescenti, il fosforo, la carta, ecc.
La luce nera ha la particolarità di rendere evidente l’aspetto coinvolgente del colore. E' una luce circolare, nel senso che non crea ombre così definite come quelle della luce diurna, infatti va dietro alle cose, le illumina e le avvolge totalmente.
Queste cose devono essere fluorescenti e fosforescenti.
La luce nera fa vibrare i colori, ne eccita le molecole ed essi esplodono...
Il fosforo, nello stesso momento, si "carica" e quando la luce di Wood viene spenta, risplende nel buio, regalandoci nuove possibilità cromatiche.
Con il passare del tempo la luminescenza si affievolisce, per riemergere con la luce nera, in un nuovo aspetto cromatico.
Il ciclo del giorno e della notte.
In una condizione ipnotica dipingo seguendo le forme che emergendo dal vuoto, mi suggeriscono contiguità inaspettate, l'esistenza di altre prospettive, di spazi, dove i colori evaporano così come la certezza del loro aspetto cromatico.
I colori vibrano talmente che sembra siano essi stessi luce: si trasformano in oggetti tridimensionali, appaiono profondità e abissi nascosti poi se fisso lo sguardo, tutto cambia, il paesaggio si trasforma, assume un nuovo aspetto, una sorta di metamorfosi continua.
Questa trasformazione è un movimento perpetuo, fisico, scivolando da una visione all’altra: pura esplorazione.
Per certi aspetti è come nuotare sott'acqua, guardando con gli occhi pieni meraviglia: non fatemi fretta, non chiedetemi nulla, non mi interessso di cosa succede lassù. Voglio prendermi tutto il tempo necessario per guardare, guardare, guardare senza descrivere... .
Poi, quello che resta è il Silenzio che sta dietro al dialogo interno che è in ognuno di noi.